La pensione consiste in una rendita, erogata da un ente previdenziale (una gestione amministrata dall’Inps, una cassa professionale privata o privatizzata, un ente di previdenza integrativa, per quanto riguarda la pensione complementare), sulla base dei requisiti previsti dalla legge, o dal regolamento dell’ente.

Generalmente, i requisiti richiesti riguardano l’anzianità assicurativa (gli anni d’iscrizione all’ente previdenziale), l’anzianità contributiva (gli anni di versamenti all’ente previdenziale), l’età dell’interessato ed eventualmente il raggiungimento di un importo minimo dell’assegno di pensione (per esempio, coloro che sono assoggettati al calcolo interamente contributivo del trattamento ottengono la pensione di vecchiaia ordinaria solo se l’assegno pensionistico è pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale).

Ma quanti anni di contributi servono per andare in pensione? Gli anni di contributi richiesti variano in base alla tipologia di pensione: la pensione anticipata, ad esempio, ne richiede ben 42 e 10 mesi, 41 anni e 10 mesi per le donne. La pensione quota 100 ne richiede 38, mentre l’opzione donna 35.

Va meglio con la pensione di vecchiaia, che ne richiede solo 20 (15 in particolari eccezioni, le cosiddette deroghe Amato).

Coloro la cui pensione si calcola col sistema interamente contributivo possono ottenere la pensione anticipata anche con soli 20 anni di contributi e, addirittura, la pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi. Come mai? Questi requisiti contributivi così elastici sono previsti in combinazione con altri requisiti più severi: la pensione di vecchiaia con 5 anni di versamenti, ad esempio, richiede un’età minima di 71 anni.

Non tutti i contributi, poi, possono essere utili alla pensione: ai fini di alcuni trattamenti, determinati contributi figurativi (accreditati direttamente dall’Inps, senza un versamento effettivo) non valgono.

Apri la chat
Ciao! Sono Alessandra, come posso aiutarti?